19 Gennaio 2012 in Blog, Genealogia

i Carrozzo a Castro

Carrozzo è un cognome chiaramente salentino, con una certa dispersione in Italia non solo concentrata nelle solite aree metropolitane di immigrazione (Torino, Milano, Roma, ecc…).

Per quanto riguarda lo studio genealogico in corso, la diffusione principale salentina, ci mette sull’avviso a prestare una certa attenzione sulla possibilità di una migrazione di più soggetti sia in immigrazione che in emigrazione nella  città di Castro, e non dare per scontato una continuità parentale tra i portatori di questo cognome.

E difatti il primo Carrozzo documentato in Castro è Francesco CARROZZO, nato a Vignacastrisi, che nel Catasto Onciario del 1749 ha già ben 59 anni (nato nel 1691) , di professione bracciante e sposato per la seconda volta. Ai fini dell’imposizione fiscale, per cui il Catasto Onciario viene istituito, Francesco non possiede beni in Castro ma paga solo il testatico sulle persone di famiglia che viene censita appunto composta dalla seconda moglie, Porzia Tempesta, di 45 anni e i figli di primo letto, Ippazio (anni 30), Medico (anni 25), Rosario (anni 26) e Filippo (anni 22). Probilmente un bracciante che in affitto dentro la cinta delle mura deciderà di allevare, con fortunatissima discendenza,  la sua prole definitivamente in Castro.

La prima moglie è Cassandra Donadeo, mentre dalla seconda moglie, Porzia, avrà altri tre figli: Genoa, Pasquale e Saveria.

Lo studio degli Stati delle Anime del settecento fanno ipotizzare un diagramma su cui restano pochi dubbi.

Restano da confermare, con l’esame dei singoli appunti annotati (battesimo, cresima, matrimonio e morte), la prima discendenza di Medico Carrozzo, se diretta dall’antenato Francesco o da uno dei suoi figli, anche se la prima ipotesi è più credibile per lo studio dell’età. E’ da osservare già la presenza in Castro di altri cognomi storici (Schifano, Coluccia, Fersini, Capraro, Ciriolo) e di altri cognomi ormai estinti (Donadeo).

Altra caratteristica diffusa su tutta la genealogia interessata la diffusione del nome Medico-Cosimo, sia al maschile che al femminile, presente anche collegato ad altri cognomi coevi, che ormai è completamente estinto. Rimarca probabilmente una diffusione o una ripresa della devozione settecentesca ai Santi Medici venerati nei centri vicini o per qualche ragione anche in Castro, forse legato alle ultime dolorose pestilenze. Non è un caso che nello stesso periodo, nella Cripta della Madonna della Grotta della vicina Ortelle, viene ridipinto un altare laterale con l’effige dei Santi Medici (Cosma e Damiano) in un elegante vestito da medico della moda corrente settecentesca. I nomi propri dei due santi come li indichiamo ora (Cosma e Damiano) però vengono usati pochissimo, Cosma più al femminile, Damiano addirittura in due casi. Il nome Medico(a) è tuttavia da leggersi come un alias di Cosimo (a) in quanto per alcuni soggetti in alcuni atti è usato il Cosimo(a) mentre nei restanti atti è usato il Medico(a). Ne Medico può essere inteso come il latino di Cosimo in quanto in questi casi è usato il Cosmus (o Cosma) e inoltre si spiega pure l’assenza del nome Cosimo che in passato doveva pure essere molto usato.

  Il trasferimento del cognome Carrozzo, dunque, sembra svilupparsi secondo la discendenza Francesco > Medico > Lazzaro col nipote Lazzaro che infine sposa Medica-Cosima Ciriolo. A sua volta il cognome è trasferito solo dal discendente Medico (pronipote) che contrae ben tre matrimoni, caratteristica questa quasi scontata in una società che privilegia il matrimonio a qualunque costo per la cura dei figli orfani e per nuova discendenza,  anche con matrimoni a pochi mesi dallo stato vedovile. Quasi banale, poi,  nella sua drammaticità la mortalità infantile di cui sono pieni i registri parrocchiali.

I Carrozzo nell’Ottocento.

Dunque Medico Carrozzo si sposa tre volte: dal primo matrimonio con Vita Monaco avrà un figlio Lazzaro (primo ramo evidenziato in fucsia) che avrà per figlio Donato (il nome Donato è un’altra caratteristica nella discendenza ottocentesca) che a sua volta avrà come figlia Concetta Carrozzo andata in sposa a Salvatore Motulo e Bernardino, padre di Giuseppe Fricula. Tre figli di Lazzaro (Antonio, Addolorata e Donata) contraggono un triplo matrimonio con tre fratelli Coluccia (Palma, Gaetano e Ippazio), fatto raro ma non unico. Dal secondo matrimonio con Medica Schifano nascerà il secondo ramo con Donato e Giuseppe (ramo colorato di rosso) che a sua volta si divide in dua ampie popolazioni con capofila principale Salvatore (1862) per la linea di Giuseppe e con capifila principali Gabriele (1838) e Salvatore per la linea di Donato. Da Gabriele (1838) si avrà la linea dei Terremoti con Donato (1883) e da Salvatore (1844) la lunga discendenza maschile di Donato (1879)  con ben 8 discendenti di sesso maschile.

Dal terzo matrimonio di Medico Carrozzo con Giuseppa Piccinno pare non venire discendenza.

Attualmente sotto queste discendenze possiamo riassumere tutti i Carrozzo presenti in Castro escludendo che altri rami più remoti abbiano trasferito il cognome.

Aiutatevi con i due diagrammi per venirci a capo, il primo è più puntato sul Settecento, il secondo attraversa tutto l’Ottocento.

Il mistero dei Motuli.

Avevo promesso di sciogliere il mistero dei Motuli in un altro post e dunque circa i Motuli  ormai non sussistono più dubbi. Il soprannome viene da un vero e proprio cognome Motole, cognome della seconda moglie di Giuseppe CARROZZO, morto non molto anziano per cui il cognome della vedova ha preso sopravvento sull’intera famiglia specie in presenza di molte omonimie tra cugini. Giuseppe si sposa dapprima con Anna Maria PREITE (1823-1853) di Diso che morirà a 30 anni dopo aver generato tre figli, Gabriele, Salvatore (1849-1849) e Fortunato, tutti deceduti. I nomi di battesimo di Gabriele e Salvatore verranno riproposti nella prole della seconda moglie. Da Giuseppe Carrozzo e Annunziata Motole, nascono tre figli, Gabriele, scapestrato, si racconta che dilapidò la sua parte di proprietà e che dovette emigrare nel Brindisino dove sposò Rosa MICELLO, di Orie ed ebbe almeno due figli che chiamò rispettosamente Giuseppe ed Annunziata come il padre e la madre. Per qualche tempo la famiglia di Gabriele è registrata in Castro ma poi emigra definitivamente nel brindisino. I discendenti vennero a fare visita ai cugini rimasti a Castro per un po di tempo. I racconti dei più anziani ricordano un Gabriele pronto a lasciare il paese natio affranto dal dolore che, con versi poetici, salutava il paesello natio senza pudori. La sorella Concetta Motula   tornerà a sposarsi un ortellese, Salvatore BASILE. Il terzo fratello, Salvatore, il vero Motulu, si sposerà con una omonima della sorella,  Concetta, del primo ramo Carrozzo, quello di Lazzaro figlio di primo letto di Medico Carrozzo. Di lui i più anziani ricordano facesse il pastore con l’ovile (curti) in fondo a via Barberini, dove i Carrozzo attuali, possiedono ancora pezzi di terreno e case. E ricordano le sue greggi passare sulle mura ancora integre che cingevano l’acropoli sul lato di Scirocco.

A guardare bene, anche nello Stato delle Anime già citato del 1749 è censito tale don Basiglio MOTOLE di Poggiardo tra i sacerdoti forestieri della Mensa Vescovile di Castro, ma senza apparenti legami con i Carrozzo se non la sola conferma dell’esistenza di un cognome Motole nella Contea.

Annunziata Motule nasce a Ortelle da Domenico Antonio MOTOLE e Giovanna CAPRARO. Probabilmente legata dalla madre Giovanna CAPRARO a Castro in qualche modo ritorna a sposarsi nel paese della madre. A Ortelle resta il fratello Giuseppe e Salvatore (che sarà padrino di battesimo del nipote omonimo). Dei Motole ortellesi si è persa traccia dopo un Giorgio MOTOLE scapolo che viveva presso la famiglia GATTO. Il ritorno in paese di una figlia nata da un cittadino emigrato dalla generazione precedente non è raro, anzi! Due sorelle Campa, nate a Sanarica, ma di madre castriota torneranno a Castro per sposare due fratelli Capraro e per imporre ai propri figli il nome caratteristico di molti Capraro, Gennaro, nome del rispettivo padre sanarichese Gennaro Campa.

Ma dei Capraro parleremo in un altro post.




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