L’arte delle volte leccesi – Parte Prima
Confinate nel territorio salentino le volte dette alla leccese sono due tipologie di volte a crociera che si arricchiscono dell’innesto di una calotta centrale che interseca e sostituisce la zona centrale della volta a crociera tradizionale. Uno sfizio, un arricchimento, un barocchismo che pure ha una funzionalità in quanto eliminando le inevitabili costolature interne della volta più tradizionale ne riduce il volume murato ampliando lo spazio abitabile sottostante.
Non divagheremo sulle caratteristiche geometriche delle volte in quanto di materiale ed editoria generalistica se ne trova in sufficienza ma diremo un paio di cose sparse soprattutto sulle ragioni che ne hanno imposto alcune caratteristiche costruttive che ormai si dimenticano perseverando in una realizzazione ormai manieristica di queste strutture che non conoscono evoluzione ma solo piccole variazioni spesso derivate dal gusto personale delle maestranze.
Allo stesso modo trascureremo l’esecuzione di volte recenti che spesso sono unicamente ornamentali in quanto la sicurezza statica e sismica è assolta quasi prevalentemente da indipendenti strutture in cls armato.
Tra bellezza ed equilibrio il secondo prevale. La bellezza tutta nell’armonia delle curvature e la simmetria delle parti, l’equilibrio quello finale ma anche in ogni passo della costruzione.
La prima compete alla bravura o al tempo dedicato dalla maestranza all’opera, spesso frettolosa nelle case rustiche, più attenta e perfezionista nelle case più civili. Lo studio delle curve e la simmetria tridimensionale delle parti nel passato assolvevano completamente al principio della bellezza, oggi con la moda delle volte lasciate a vista si è aggiunta all’estetica la problematica della coloritura uniforme o meno dei conci e la perfezione della tessitura dei giunti. La volta in muratura lasciata a vista non accetta imperfezioni o tessiture arrangiate, fratture, giunti non armoniosamente sfalzati. Quello che prima copriva l’intonacatura oggi non è più consentito.
Con l’introduzione delle catenature in cls armato negli ultimi anni la capacita statica della volta passa completamente in secondo piano a favore della bellezza estetica dell’intradosso della volta. Questo studio estetico preliminare comporta l’impostazione di curve che non accettano più arrangiamento nelle pezzature dei conci.
DELLE APPESE
La volta leccese come la crociera classica si imposta su alcuni filari isolati posti sull’angolo del vano da coprire. Sono i soli filari composti da conci che riescono a restare appesi in equilibrio senza bisogno di puntelli o forme di sostegno. Da questa proprietà prendono il nome.
Il primo criterio da impostare nello studio delle appese è come si svilupperanno questi primi conci in rapporto alla volta superiore e alle murature di appoggio. Una prima esigenza è quella di regolarizzare l’ambiente da voltare che si assolve con opportuni prolungamenti dei tratti delle volte elementari (tratti a botte) lungo il lato più lungo della stanza. Se i lati delle stanza sono poco diversi tra loro la formazione della parte centrale della volta è sempre possibile portarla in quasi perfetta simmetria con arcate e misure e tagli sui conci perfettamente simmetrici.
Questo accorgimento assolve anche al difetto di pareti non perfettamente parallele tra loro.
Come tradizione, il primo filare dei conci è sempre portato leggermente in avanti rispetto al filo delle murature sottostenti in genere di pochi centimetri. Un ambiente non quadrato e/o con pareti non parelleli con appese in pianta allungate o avanzate (formazione di un vero e proprio pilastro sosttostante) è stato riquadrato per poter sviluppare una volta sovrastante perfettamente simmetrica nelle due direzioni principali.
Una sporgenza (sporgiu) che sulla proiezione orizzontale si allungi di una misura superiore ai 17-20 cm, per quando si possano utilizzare conci di lunghezza superiore allo standard, determina l’ultimo filare ancora risolvibile in appesa.
L’allungamento di una o più appese può travare necessità anche nel contenere la spinta orizzontale della volta su una parete poco spessa o di perimetro. La direzione della risultante della spinta della volta è cosi più facilmente riportabile all’interno della base della muratura secondo le regole del terzo medio.
Uno sviluppo in pianta eccessivamente allungato si risolveva col cambio di tipologia di volta o con la costruzione di due o più volte di fila.
La curvatura dell’intradosso delle appese segue la scelta della geometria che si vuole adottare per la parte della volta propriamente detta, spesso un sesto esatto o un sesto ribassato (o anche un arco a tre centri per evitare innesti troppo spigolosi alla base dell’arcata nei sesti troppo ribassati). Nel caso di volte asimmetriche anche archi acuti sul lato di ridotta estensione.
La forma delle arcate, tutte e due uguali o tra loro diverse, determina la curvatura dei primi filari delle appese e per ragioni di euilibrio il numero dei filari possibili di appese.
Volte ribassate che comportano sbalzi maggiori non consentono di realizzare troppi filari in equilibrio senza l’utilizzo di tutori.
Se considerassimo il blocco dei conci di appese d’angolo (come pure di appese interne per vani voltati con volte affiancate) come un tutt’uno questo blocco dovrebbe presentare un baricentro delle masse che cade verticalmente ancora sulla muratura su cui si appoggia. Un ulteriore accrescimento verticale del blocco porterebbe un avanzamento verso il vuoto del blocco e il suo ribaltamento.
La formazione del blocco in realtà si conduce per accostamento senza paricolari leganti di conci elementari che pure per quanto ricavati da conci di particolare lunghezza non assicurano l’aggregazione solida del blocco.
Un minore rischio di ribaltamento è ottenuto allungando i conci verso l’interno o a contrappeso se sul lato opposto della muratura è previsto una corrispondente volta pefettamente allineata.
Per tali ragioni è intuibile che il numero di filari che possono essere realizzati con conci a sbalzo in equilibrio ha un limite e che pertanto a un certo punto converrà impostare le centine definitive di supporto per la prosecuzione dell’arcata.
L’ultimo filare di appese che porta un assetto inferiore ancora perfettamente piano e un assetto superiore spallato è detto volgarmente ssammurreddru.
Nella seconda parte, ancora sulle appese, si illustreranno le differenze tra appese per volte a SPIGOLO e appese per volte a SQUADRO.
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