I RESTAURI
Fonti documentarie ci dicono che già nel 1780 il castello di Castro versa in rovina e abbandono.
Solo con la ritrovata autonomia amministrativa, la comunità di Castro ha atteso al suo recupero. Prima con l’acquisizione della proprietà del monumento, poi con la ricerca delle fonti economiche necessarie all’impegno riicostruttivo.
Da Il Blog di Piazza Perotti – Restauri |
La storia di un monumento è anche la storia dei suoi restauri.
Dopo circa due secoli di completo abbandono e uso indecoroso, a partire dagli anni 80, sono stati condotti distinti interventi di recupero, finalizzati sopratutto nel primo periodo esclusivamente alla conservazione della parte architettonica.
1° Intervento:
Avviato nel 1982, a cura degli architetti Raffaele De Pinto e Luigi Fersini e dell’ingegnere Giovanni La Notte, trova il nostro castello in uno stato di abbandono che appare chiaro dalla documentazione fotografica raccolta preliminarmente e durante le operazioni.
I lavori consentono la conservazione di numerose parti murarie. Alcune parti, tuttavia, non aiutate dalla ridotta disponibilità finanziaria dell’intervento, già precarie, sono state oggetto di nuova rovina.
Il resto dell’antica scala sul lato ovest del cortile, già riportata dallo Spannocchi nel 1575 e in parte crollata, nel 1996 difatti crolla definitivamente.
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Anche una parte dei numerosi strati di paramento murario sulla cortina di ponente, già diruti nelle foto di inizio secolo, subiscono ulteriori crolli.
L’intervento consente tuttavia la bonifica di buona parte dei paramenti murari, il rinforzo con cappe armate delle volte ed un lavoro di scavo su tutta l’area per una migliore lettura del monumento.
Le difficoltà dell’Impresa Muccio, affidataria dei lavori, non consentono un sereno completameto dei lavori. Per anni molte pareti del castello restano imbracate nelle ponteggiature arrugginite.
2° Intervento:
Curato direttamente dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali, Architettonici e Storici della Puglia con carattere di urgenza al fine di prevenire ulteriori crolli, con poche risorse disponibili, si concretizza nel rifacimento di una copertura a volta nella torre di sud-ovest e all’apposizione di alcuni contrafforti murari provvisori all’interno del cortile.
3° Intervento:
Con l’utilizzo di nuove risorse finanziarie messe a disposizione della Comunità Europea, nel 1998 si avviano nuovi e organici lavori di restauro. Dall’iniziale ipotesi di recupero, anche funzionale, della sola parte di levante del castello, progettata dall’Arch. Ballardini da Bologna, si passa nel corso dei lavori alla determinazione, in via prioritaria, di tutelare l’intera struttura muraria. L’installazione della ponteggiatura su buona parte del complesso evidenzia all’esame diretto più gravi e preoccupanti dissesti murari sulla Torre Cavaliere e sulla cortina nord.
Contestualmente, nuovi crolli si verificano sul lato di Ponente escludendo definitivamente ogni ipotesi di recupero funzionale di parti dell’edificio senza il preventivo recupero statico dell’intero complesso monumentale.
Le nuove opere, progettate e dirette dall’Arch. Fersini da Castro, alla loro ultimazione, hanno portato al consolidamento statico della Torre Cavaliere, della cortina nord, alla ricostruzione del prospetto nord del cortile ed alla integrazione di tutte le parti murarie mancanti. Con l’impiego di ulteriori finanziamenti a carico dell’Amministrazione Comunale e della Provincia di Lecce, sempre a cura dell’Arch. Fersini, si è provveduto alla ricostruzione della parete ovest del castello e di pressocche tutti i lastricati solari in copertura.
I lavori sono stati condotti dall’Impresa Geom. De Donno Armando da Lecce e Fersini Domenico da Castro.
Interventi sulla Torre Cavaliere:
L’intervento sulla torre più alta del castello ha comportato un impegno tecnico e finanziario non indifferente.
Le asportazioni murarie portate in epoca remota alla base della muratura per la creazione di alcuni varchi e la posa maldestra di una nuova incamiciatura senza una adeguata sottofondazione, hanno portato allo schiacciamento di ampi tratti murari basali. Per assicurare il contenimento dei movimenti fessurativi in atto (ad andamento subverticale) sono state iintrodotte nella struttura muraria circa 24 catene in ferro del diametro di 32mm con piastra di ancoraggio e bullone. Buona parte delle pareti sono state chiodate con armatura in ferro zincato del diametro di 18mm, così come le murature della volta degli ambienti interni anch’esse fessurate.
Tutto il nucleo murario è stato iniettato con malta cemetizia, sia a bassa che alta pressione, con l’iniezione di una notevole quantità di miscela acqua-cemento (per circa 2.000 q.li di cemento secco).
L’altezza di lavoro prossima i 15,00 metri e la forte esposizione ai venti hanno comportato problemi non indifferenti alla sicurezza operativa delle varie fasi lavorative.
Nel particolare fotografico si notano alcuni punti di appoggio delle catene prima del completamento con la cementazione e la risarcitura muraria.
Contestualmente al consolidamento murario, a cura dell’Ufficio del Genio Civile di Lecce, si è realizzata la pavimentazione della copertura superiore.
Interventi sulla cortina di Ponente:
Interessata da continui crolli delle numerose camicie murarie, la cortina ovest del castello è stata una continua ferita aperta nel complesso monumentale. Già documentato in alcune foto di inizio secolo il crollo parziale del nucleo murario esterno (applicazione aragonese alla vecchia muratura ?) prima del crollo della parte sommitale della torre di sud-ovest. Della cortina esterna tra la Torre circolare e la porta del sottopassaggio, rimaneva all’avvio dei lavori solo l’ultimo paramento interno a sostegno precarissimo delle volte.
Con l’utilizzo di un finanziamento di lire 90.000.000, appositamente erogato dalla Provincia di Lecce, su progetto dell’Arch. Fersini da Castro, si è definitivamente provveduto al completo restauro di tutta la muratura compresa tra le due torri e la ripresa di ampia parte della torre di sud-ovest i cui esiti sono documentati nelle pagine dedicate alla cortina ovest.
Cortina ovest
Interventi sul prospetto del cortile interno:
Il prospetto nord del cortile, da sempre l’aspetto più evidente e conosciuto del degrado generale del castello, si presenta all’inizio dei lavori pressochè assente. I vani addossati alla muratura del cortile risultano difatti prevalentemente aperti. Il crollo della parte centrale della muratura è sicuramente molto datato e a memoria d’uomo non si ricorda l’esistenza e l’aspetto del manufatto murario. Sul lato destro, anche dopo il crollo del piccolo vano a porticato addossato, è chiara la presenza di un varco a porta e di una finestra. Sul lato sinistro è analogamente documentato fotograficamente il presistente con l’innesto della vecchia scala in muratura.
Per la parte centrale è stata riproposta in allineamento una muratura interrotta da due varchi a porta di accesso ai locali retrostanti. Non è esclusa l’ipotesi della originaria inesistenza dei due varchi introdotti (in quanto gli ambienti retrostanti erano ampiamente collegati da varchi di archi portanti), nè tantomeno è esclusa la presenza di varchi più ampi ( e comunque limitati alla dimensione del varco principale di accesso al castello).
Il restauro in numeri:
Importo della spesa sostenuta: 1.000.000.000 lire, Muratura bonificata: 1.035 mq, Muratura risanata: 204 mq, Chiodature: 1.785 ml, Catene: 240 ml, Iniezioni di cemento (secco): 4.082 q.li, Muratura di nuova posa: 305 mc, Ponteggiatura: 1.405 mq, Ponteggi speciali: 4.223 mc.
4° Intervento
Anche il quarto intervento è in realtà un blocco di tre finanziamenti di diverso importo, mirati a completare e rendere funzionale la struttura, a dotarla di impiantistica e di arredamento per un uso museale e culturale. Si operano alcune scelte architettoniche per la distribuzione e il collegamento degli spazi interni. Piccoli tagli, collegamenti, rampe per disabili, ecc.., per ammorbire alle esigenze sociali un manufatto nato per la guerra, composto da ambienti volutamente separati tra loro, con piccoli e angusti corridoi. Si trattano le pareti interne e si posa il pavimento definitivo. Alcuni lavori di indagine storico-archeologica condotti nella Torre Puntone (nord-est) spingono gli scavi fino ai livelli del vecchio fossato esterno rilevando delle murature in fondazione molto curate e stilisticamente apprezzabili, tali da far decidere di non installare il previsto impalcato in legno ma di limitarsi all’installazione di una passerella ballatoio funzionale ai percorsi di visita. Tutta la sala della Torre conserverà l’altezza scavata e sarà visibile dai due livelli di progetto.
Nel cortile si rinvengono vecchie mura medievali, così come all’esterno, alla base della Torre Cavaliere emergono le impronte della storica Porta Terra.
Il Castello aprirà al termine di questo blocco di lavori, completo di aule per conferenze e didattica, bacheche e vetrine espositive. Oltre una Biblioteca specializzata.
L’apertura ufficiale avverrà l’11 luglio 2009.
Allo stato di fatto restano a farsi interventi su buona parte dei prospetti esterni (bonifiche) e una risoluzione architettonica definitiva della Torre Sud-Ovest.
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