Scavi Romanelli 2015 – Presentazione
E’ ormai abbastanza chiaro che non si possono più fare studi di preistoria in ambiti più generali senza mettere in campo riscontri più certi dal punto della datazione, e se non supportati dalle nuove tecnologie di laboratorio, e se non resi pubblici e aperti al confronto con altri esperti in tempo quasi reale in un mondo ormai dominato dalla Rete, e se magari già direttamente tradotti in lingua inglese.
La nota saggistica in materia, fondata più su studi di affinità di fattura, di stile, di materiale, ecc.. piuttosto che su riscontri scientifici misurabili e replicabili e la atavica povertà di produzione di conclusioni finali dopo tante campagne di scavi, portano inevitabilmente a un isolamento sullo scenario internazionale della cultura italiana anche in campo preistorico.
L’importanza delle informazioni recuperate dalla Grotta Romanelli segnano il passo da oltre 42 anni. Era inevitabile che senza nuovi strumenti di indagine, una nuova terza campagna di raccolta di reperti non poteva che portare alle note conclusioni se il tutto fosse condotto ancora con le vechie metodologie. In pratica il sito della Romanelli è rimasto un sito giustamente abbandonato perché i metodi di indagine e i confronti si erano ormai da tempo esauriti come aspettative di risultato.
Da alcuni decenni, tuttavia, la ricerca scientifica ha messo in campo, per esempio, metodi di datazione più affinati e test di individuazione genetica sia sul DNA cellulare che mitocondriale. Tanto da dover riportare avanti o indietro tante datazioni che nel frattempo erano divenute acclarata letteratura sui dati di molti centri di ricerca preistorica. E’ con questi nuovi metodi e queste nuove datazioni che bisogna ormai affacciarsi sulla scena internazionale se si vuole avere il giusto riconoscimento o un nuovo confronto tra conoscenze in ambito almeno europeo.
Le date della presenza dell’uomo di Neanderthal in Puglia ormai ballano paurosamente, le certezze che questo antenato non si fosse mai conosciuto con l’uomo Moderno cadute, si accerta ormai che quasi l’8% del patrimonio genetico dell’uomo Moderno è neanderthaliano, quindi anche il nostro. Le date delle trasformazioni genetiche più importanti dell’uomo moderno (la pelle chiara o la capacità di digerire il latte) si abbassano paurosamente fino al limite quasi della proto-storia. Gli ultimi quindici anni di studi internazionali hanno sconvolto un panorama che si era ormai stabilizzato su troppe ipotesi troppo deboli.
E’ evidente che ormai tutto va ricollocato nella scala temporale ormai universale della corrente prova scientifica oggi disponibile. Non sfugge a questa necessità di revisione o conferma anche la datazione della frequentazione dell’uomo nella storica Grotta Romanelli.
Gli scavi, termine semplicistico ma efficace, riprenderanno questa estate a cura del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università La Sapienza di Roma sotto la direzione del Prof. R. SARDELLA e del Dott. M. MASSUSSI. Il team è quanto di più interdisciplinare si possa sperare ed è formato dai dottori Luca BELLUCCI, Dawid Adam TURINO, Ilaria MAZZINI e Sonia TUCCI che saranno presenti sul campo e che saranno assistiti da specialisti e collaboratori nei laboratori romani.
Gli obiettivi della campagna, che potrà continuare anche nell’estate del 2016, sono stati oggetto di una efficace presentazione oggi nel Castello di Castro alla presenza del Sindaco Dott. Alfonso CAPRARO, del Soprintendente dei Beni Archeologici della Puglia Prof. Luigi LA ROCCA e del Responsabile d’area per la Soprintendenza Dott. Salvatore BIANCO.
Vi consiglio la visione della registrazione video in quanto molti aspetti della presentazione hanno interessato altre problematiche sugli studi preistorici ed in particolare di tutto il territorio salentino e pugliese.
Scavi Romanelli 2015 – Conferenza stampa from piazzaperotti on Vimeo.
Al prof. Raffaele SARDELLA e al dott. Massimo MASSUSSI, che hanno esposto alla stampa presente la parte più specialistica della nuova campagna, vanno i nostri migliori auguri per un fruttuoso lavoro.
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