“Peregrinatio Mariae” – Castro Marina 14-16 marzo 2010

Anno Mariano 2009 – 2010 – “Peregrinatio Mariae” – Castro Marina 14-16 marzo 2010
La statua lignea della Madonna di Otranto o delle Grazie risale, molto probabilmente, al sec XIV. Con le mani giunte ed il Bambino Gesù sulle ginocchia prega rivolgendo lo sguardo non verso “il frutto del suo seno” ma a quei figli che il Cristo sulla croce ha redenti. Anche la statua della Madonna di Otranto o delle Grazie fu coinvolta nella presa di Otranto dai Turchi nel 1480. Un turco vide nella Cattedrale la bella statua della Madonna col Bambino sulle ginocchia; gli sembrò d’oro, la prese come bottino di guerra e la portò a Valona. Qui giunto si accorse che la statua era di legno e non di oro e, deluso, la gettò sotto il letto come cosa di poco valore. Presso la casa di questo turco vi era una giovane schiava otrantina la quale soffriva molto nel vedere la ‘sua Madonna’ in quel luogo e cercava il modo di liberarla. Avvenne che la moglie del turco doveva partorire e non riusciva, tanto che la sua vita sembrava in pericolo. La schiava otrantina, ispirata da Dio, pensò essere quello il momento buono di liberare la Madonna. Si presentò al turco e disse che la sua signora sarebbe guarita se avesse promesso di rimandare la statua della Madonna a Otranto. Il turco, desiderando la guarigione della moglie, lo promise e, poco dopo, la moglie felicemente partorì. Mantenne la promessa: prese una navicella, dentro vi pose la statua e la affidò al mare. Una mattina alcuni pescatori otrantini videro in lontananza una piccola imbarcazione che avanzava verso Otranto: non aveva remi, ne vela. Né si vedevano persone a bordo; eppure avanzava sicura come spinta dal vento. Le sentinelle si accorsero subito che l’imbarcazione non rappresentava pericolo alcuno e, guardando con più attenzione, scorsero nella barca la statua della Madonna di Otranto. Grande fu la gioia del popolo nell’apprendere la notizia del rientro della statua della Madonna.
L’Arcivescovo, il Capitolo, il clero ed il popolo tutto accorsero per accoglierla e tributare onore alla venerata immagine. In processione la riportarono nella cattedrale. L’Arcivescovo Serafino da Squillace, per darle un degno posto, ordinò che fosse costruita una nicchia sull’altare maggiore. L’Arcivescovo Pietro Antonio de Capua nel 1564 chiese un ‘ampia indulgenza’ ed ottenne dal Papa Pio IV il Giubileo in perpetuo, dalla sera del 7 settembre alla sera dell’8 settembre, festa della natività di Maria. Ora la statua della Madonna di Otranto è collocata nel cappellone dei Martiri: ha sostenuto i suoi figli nell’ora della prova, sostiene e accompagna, con mano benevola e materna, il nostro cammino verso il suo Figlio Gesù.
GRAZIO GIANFREDA, Otranto – II Santuario: “Madonna delle Grazie” in AA W, I santuari Mariani della Arcidiocesi di Otranto, Editrice Salentina, Galatina, 1989, pp. 13-35
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