Luigi Donato Beli – GLI AGGUATI DEL DESTINO
Luigi Donato BELI
GLI AGGUATI DEL DESTINO
estratto da:
LE STRADE DEGLI UOMINI
Casa Editrice l’Italia Meridionale A. XII – Lecce 1934
Luigi Donato BELI fa alcune riflessioni sugli agguati che il destino spesso riserva anche a persone di provata rettitudine raccontando le vicissitudini di un 86enne parroco di Castro accusato della sottrazione del piccolo tesoretto di corredo alla Modonna del Rosario in Castro Marina. La breve nota del 1934 riporta alcune indicazioni su Castro negli anni del racconto.
Sono nove pagine compresa la copertina della rivista raccolte in un file .pdf (8 MegaByte circa)
Qui potete scaricare l’opera completa in pdf
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Pubblico in coda, perchè pertinente, il testo della lettera inviatami dalla Sig.ra Maura Lazzari, in merito ai contenuti della pubblicazione in oggetto.
Trattandosi di un post relativo alla divulgazione del testo (più per i riferimenti all’abitato di Castromarina, che per i fatti che l’autore commenta come argomento principale) non esprimo alcuna osservazione rinviando, se la Sig.ra Lazzari ritiene, le considerazioni nel merito di questa faccenda a una distinta discussione. Questo a garanzia della sola memoria del reverendo, in quanto, personalmente la vicenda dei fatti commentati nello scritto di L. Donati Beli non sono pertinenti agli argomenti trattati in questo Blog, né mi appassionano particolarmente.
Il testo dell’email:
Gentile Ing. Micello, apprezzo molto il Suo sito, ricco d’immagini e di notizie. Ne sono quindi frequentatrice. Ora, tuttavia, non possa fare a meno di contestarLe le modalità di pubblicazione di un vecchio opuscolo sul sacerdote Gabriele Ciullo, dal quale la figura di quest’ultima esce devastata. Chi è di Castro sa bene che a lui sono dovute la devozione alla Madonna del Rosario e la fondazione della Chiesa omonima, alla Marina di Castro. Le vicende alle quali fa riferimento l’articolo (assai vecchio, a dire il vero! È del 1934) sono pubblicate senza un commento. Pertanto sembra che non vi sia alcun dubbio circa la “colpa” ci cui parla l’autore. Invece, vi sono state ricerche molto più recenti, ed esiste il dubbio fondato che qualcuno – vicino a don Gabriele Ciullo, e che della sua vecchiaia approfittò – si sia impadronito, con l’inganno, di quanto allo stesso don Gabriele era affidato. In sintesi: 1) Alla ricostruzione in forma narrativa (che rende necessariamente imprecisa la ricostruzione dei fatti) si accompagna dunque la mancanza di ogni prova. 2) Si trascurano, al tempo stesso, gli elementi che dovrebbero portare a indagare altre persone del tempo, più giovani di don Gabriele, che per motivi di famiglia lo frequentavano. In quanto lontana discendente di don Gabriele Ciullo, spero che Lei voglia pubblicare questa mia lettera che restituisce – in parte – la verità dei fatti.
Un saluto da
Maura Lazzari
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