Il Folk leccese – Castro Marinu di Salvatore Cagnazzo
Rivalutato il dialetto, la gastronomia, la pizzica, c’è da scommettere che il passo successivo sarà la musica folk. Confinata ai lati dei mercatini e delle feste di piazza, rigorosamente in vinile e in cassette, la musica popolare in dialetto salentino rappresentava i gusti musicali di un pubblico maturo, già nostalgico, i cui gusti musicali, appunto, si erano formati sugli arrangiamenti di fisarmonica e di organetto.
Tra gli autori più noti come i Petrachi, Luigi Paoli, Gino Ingrosso e tanti altri, ritroviamo tra gli scaffali dei vecchi dischi un 33 giri ben conservato dal titolo Canta ca te passa di Salvatore Cagnazzo, artista originario di Carmiano.
Undici canzoni , alcune belle, alcune da dimenticare, tra cui un omaggio a Castro col brano di apertura del lato A Castro Marinu (3′:12″), parole e musica dello stesso Cagnazzo e tale Bottazzo.
ME PARI NA SIRENA A MIENZU MARE ,
SVEGLI TUTTI LI PISCI ALLA MATINA
PURU LE BARCHE TIE FACI SUNARE
CU LOCCHI DUMI TUTTU LU FIRMAMENTU
DOPU DUMATU TE MINTI A CANTARE
E CITTU CITTU INTRU ANNU MUMENTU
TE PIERDI COMU IENTU A MARE ,
CASTRU CASTRU MARINU
FACI SCIERRARE TUTTI I PENSIERI DE NA VITA NTERA
SENZA FACI CU SENTI I DOLORI
CASTRU CASTRU MARINU , CASTRU CASTRU MARINU
CINCA TA VISTU NO SE SCERRA MAI
TE TENE SEMPRE QUAI NTRA U CORE
CASTRU SINTI NU FIURU SINTI N’AMORE,
CASTRU CASTRU MARINU
SINTI DHU FIURU CA TIRA L’APU
SE STAI LUNTANU IEU TE SENTU CHIU VICINU
PERCHE’ LO CORE MEU LU TEI TIE
CASTRU MARINU .
L’ascolto è anche l’occasione per sentire dei testi molto datati, spesso intrisi di piccoli luoghi comuni, un po di maschilismo, un pizzico di malizia. Assieme all’amore, spesso tradito, questi erano i temi del folk salentino che spesso ironizza sulla modernità esprimendo il disorientamento popolare in anni che furono di forte rinnovamento. Era il 1978 e Cagnazzo non usa la fisarmonica, ma strumentazioni moderne tra cui un sintetizzatore (moog) che pur nella approssimazione della incisione aggiunge agli arrangiamenti musicali una modernità inaspettata.
Se avete passato gli anni 80 comprando la musica elettronica dei primi cd musicali, tappandovi le orecchie ogni volta che passavate davanti a una bancarella di musica folk leccese, siete avvisati: a volte ritornano!
Scarica il brano Castro Marinu in .mp3
PER UNA STORIA ORGANICA DEL FOLK LECCESE
* Luigi “Gino” INGROSSO (Castrì 16.6.1932 – Lecce 17.4.2010)
– Autore e compositore folk, nato chitarrista grazie agli insegnamenti del padre mandolinista assunse alla notorietà nell’immediato dopoguerra per una registrazione di “Lecce mia” a cura della RAI in una serie di registrazioni dedicate ai canti di lavoratori.
Negli anni ’60 collabora con molti artisti di fama per la scrittura di alcuni successi di musica leggera tra cui Non è la fine (1964) di Bobby Solo, Verrò e Quella che sa piangere (1966) di Gene Pitney.
E’ uno dei pochi artisti ad avere una pagina completa di discografia su Wikipedia.
Articoli on line:
* Fernando “Nando” BOTTAZZO
* Salvatore CAGNAZZO
* Bruno PETRACHI ( – Lecce 16.5.1997
*Luigi “Gigetto de Noha” PAOLI (Noha – )
Contributi on line:
* Eupremio FERSINO
Pubblicazioni:
Federico CAPONE – “Lecce che suona – Appunti di musica salentina” – editore Capone – 2003 – Lecce
Federico CAPONE – ” Sata terra Una breve storia della canzone dialettale lecceseda Tito Schipa ai tarantismi premeditati – Download
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