Luci a San Vito
Un motivo in più, se ce ne fosse bisogno, per ritornare sui luoghi della Fiera di San Vito ad Ortelle. Antonio Chiarello vi aspetta giovedì 20 ottobre alle ore 17,00 sul sagrato della Cappella del Santo per farvi vedere l’omaggio personale che ha preparato in occasione della plurisecolare Fiera di San Vito. Nulla di commerciale, è solo un bisogno fortissimo dell’artista ortellese di testimoniare il proprio amore per l’infiniti spazi della Fiera, i campi San Vito, o come direbbe un ortellese, semplicemente San Vito. Luogo matrice di storia, cultura, vita, sudore e morte di una piccola comunità.
A “ santuvitu” luogo del cuore……!
Largo SanVito o “della Fiera”, territorio di Ortelle.
Qui, dove abitano i venti, sono custoditi ricordi personali e collettivi di ogni ortellese.
In origine uno slargo alla periferia del Borgo, dove immersi in un’atmosfera di immobile arcaicità si intravedono i resti di un villaggio rupestre.
Hanno sfidato i secoli e l’incuria umana l’antica cripta e la Cappella edificata su un’altra analoga non più visibile.
Storie di fatiche per estrarre conci di tufo da cave in seguito colmate e trasformate in piccoli orti.
Poi spazio dove scatenarsi nei giochi d’infanzia, imparare a condurre la bici, la moto, l’automobile.
”Santuvitu”, metafora di libertà!
Qui si consuma da tempi immemorabili un rito più pagano che cristiano: “La Fera de SantuVitu”! Grande evento una volta legato al mondo contadino per scambi di sementi, attrezzi agricoli, animali…Oggi trasformato in una grande abbuffata di carne suina.
Appuntamento irrinunciabile per tutti i buongustai dell’intero Salento, che allegramente consumano tutto il meglio che allevatori indigeni dalla “filiera corta” propongono.
Fera de SantuVitu: sinonimo di spensierata confusione , momento catartico per esorcizzare umani pensieri!
Nell’ultimo scorcio del secolo scorso discutibili ” miglioramenti” urbanistici hanno trasformato per riempirlo di vuoto, uno spazio ancestrale dove potevi rigenerarti con i regali di madre natura: le verdure selvatiche, la rucola gli odori del timo e dell’origano, e poi le preghiere delle donne nella “ Crutta della Madonna” , godere le fresche aurore, infuocati tramonti e l’incantesimo lunare di notti stellate, aspettando trepidanti la quarta domenica d’ottobre !
(A. Chiarello)
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