Una pianificazione urbanistica allo sbando.
Un paese dove tutto deve finire in tribunale per potersi chiarire. Venti legislazioni regionali differenti, interpretazioni, circolari, testi unici violati ogni mese, sovrapposizioni, inerzie. La pianificazione urbanistica della Regione Puglia, specie per le zone agricole, è semplicemente da piangere. Ci mancava solo la pseudo protezione dei Piani Urbanistici Tematici Territoriali per il paesaggio (recentemente non più equiparato alla fattispecie di vincolo paesaggistico, come molti sovrintendenti sostenevano, bocciando regolarmente ogni variante in corso d’opera già eseguita). Nessuno che si sente in obbligo di chiarire nulla, imporre dei limiti (lotto minimo di intervento) o delle regole (per esempio sull’asservimento) per tutti i Comuni della Puglia.
Riflessioni che vengono spontanee leggendo questa sentenza del T.A.R. di Lecce, che non è l’ultimo dei Tribunali Amministrativi Regionali d’Italia, che conferma come legittimo il rilascio in zona agricola di permessi di costruire a titolo oneroso per realizzare nuovi interventi edilizi, anche se il Comune non s’è dotato di Ppa (Programmi pluriennali di attuazione) e se non sussistono i requisiti soggettivi.
La terza sezione del Tar di Lecce (presidente Antonio Cavallari, estensore Ettore Manca), ha accolto il ricorso proposto da un cittadino d Andrano (LE) che, in qualità di imprenditore agricolo a titolo non principale, chiedeva al suo il rilascio a titolo oneroso in zona agricola del permesso edilizio demolire un fabbricato rurale già esistente di sua proprietà e costruire una residenza al servizio dell’azienda agricola.
In pratica, si può edificare in zona agricola senza essere imprenditore agricolo, pagando gli oneri concessori. Conseguentemente si aprono le porte alla nuove costruzioni e alle sanatoria di molte abitazioni “non rurali”. Fino alla prossima sentenza contrastante.
La notizia sull’edizione odierna del Quotidiano di Lecce.
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