Echi della Stampa su un piccolo significativo ritrovamento
Da La Gazzetta del Mezzogiorno del 24 Ottobre 2003 di Giovanni Nuzzo.
CASTRO/Crollo per le piogge. E, tra i blocchi di pietra messapici, riaffiora il passato
Dalle mura spunta un’anfora ellenistica
Ora si faranno ulteriori scavi. Gli archeologi:”Troveremo altri reperti”
CASTRO – Una grande anfora ellenistica ed altri reperti archeologici riaffiorano sotto gli enormi blocchi di pietra delle mura messapiche.
La presenza del sito è stata segnalata da Emanuele Ciullo, guida turistica del luogo e appassionato di archeologia.
Le piogge copiose dei giorni scorsi hanno causato il cedimento di un terreno, confinante con la recinzione che delimita i grossi massi, su cui poggiano le torri, il castello e tutte le fortezze aragonesi della città alta.
E dopo il crollo, dell’antica anfora da trasporto, incastonata tra pietre e terra, era venuta alla luce solo un parte del collo cilindrico, mentre tutto il corpo panciuto era rimasto coperto nella terra. Avvertito il sindaco, si e provveduto ad informare la Soprintendenza archeologica di Tarante per un sopralluogo.
Cosi, dal centro operativo di Lecce, è giunta sul posto la dottoressa Daniela Tansella che, grazie all’ausilio di Luigi Coluccia, collaboratore della stessa Soprintendenza, con cura e maestria, ha iniziato lo scavo della zona, estraendo la caratteristica anfora con due grandi anse.
Purtroppo il vaso ellenistico non è venuto alla luce “incolume”, per il cedimento della parte bassa della ceramica- “E’ un ritrovamento interessante – dice il sindaco Pasquale Ciriolo – che testimonia l’importanza del sito. Ora slamo in attesa di conoscere le decisioni della Soprintendenza per proseguire i lavori di scavo. Intendiamo acquisire tutta la zona in modo da raccordarla con le altre già scoperte, creando una vasta area archeologica fruibile da scolaresche, turisti e residenti”. Oltre all’anfora sono stati recuperati reperti faunistici e un rocchetto di una “trozzella”, elemento importante per stabilire le linee di commercio che dal mar Mediterraneo si spingevano verso l’Oriente. Gli esemplari sono stati poi consegnati al comandante dei Vigili urbani Salvatore Rizzo, che li ha custoditi momentaneamente in ufficio, m attesa di una collocazione definitiva.
E gli archeologi danno per certo che nei prossimi giorni (non appena si avrà l’autorizzazione di continuare gli scavi, che ricadono in una proprietà privata) altri ritrovamenti interessanti verranno alla luce.
Giovanni Nuzzo
Primo piano dell’anfora (Foto Rizzo Multimedia)
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Da Il Belpaese del 24 Novembre 2003 di Deodato Giovanni Guida.
Una città preziosa
di Deodato Giovanni Guida
La cittadina di Castro vive un momento Importante per i suoi Beni culturali, dopo il ritrovamento archeologico di un’anfora messapica e il riconoscimento di ‘Città d’Arte’.
Due importanti avvenimenti hanno caratterizzato, nella splendida Castro, la fine del mese di ottobre e l’inizio del mese di novembre. Il primo di essi è il ritrovamento di un’anfora ellenistica, il 27 ottobre scorso, nei pressi delle imponenti mura messapiche castrensi (le più alte in assoluto, circa 8 metri, finora rinvenute, con blocchi che in alcuni casi raggiungono un metro e mezzo di lunghezza e mezzo metro di altezza). Il secondo avvenimento, invece, riguarda il riconoscimento, nei primi giorni di novembre, da parte della regione Puglia, di “Città d’atie” per la bella e storica cittadina salentina. Per entrambi i fatti, enorme soddisfazione è stata espressa dagli amministratori locali, su tutti il sindaco Pasquale Ciriolo, dal presidente della locale Pro Loco, Antonio Silvano Lazzari e, naturalmente, da tutti i cittadini. Abbiamo incontrato lo scopritore dell’anfora, il giovane Emanuele Ciullo, un appassionato di archeologia
che ha partecipato, per 2 anni, da aprile 2000 a giugno 2002, agli scavi con cui sono venute alla luce le mura messapiche castrensi e tanti reperti di notevolissimo valore (alcuni di essi risalgono all’età del bronzo finale, vale a dire intorno al XII secolo a,C., altri sono, invece, di epoca medievale), oggi conservati al Dipartimento dei Beni Culturali dell’università di Lecce. “L’anfora ellenistica, quasi intatta, l’abbiamo ritrovata in un terreno adiacente alle mura messapiche ed è venuta alla luce a seguito del cedimento del terreno dopo la pioggia. L’altro materiale ceramico comprende, purtroppo, solo frammenti, anche se è probabile che qualche vaso possa essere ricostruito. Si tratta, per la maggior parte, di ceramica ellenìstica a vernice nera e di ceramica medievale. Sono stati ritrovati, inoltre, frammenti di ceramica messapica, piccole coppe di età ellenistica ed alcuni resti faunistici che sembrano legati a un qualche luogo di culto appena fuori le mura (si tratterebbe di animali utilizzati per dei riti sacrificali in età messapica)”. L’altro avvenimento di cui abbiamo detto, riguardante il riconoscimento del titolo di “Città d’arte”, viene commentato da un castrense che di arte se ne intende, il bravissimo pittore Raffaele Capraro: “La speranza è che questo riconoscimento rappresenti uno stimolo per rivalutare il centro storico e tutti i beni artistici della nostra Castro. È importante anche, ad esempio, la ristrutturazione del castello, il progetto riguardante i viottoli intorno alla cinta muraria, che vanno illuminati e resi così fruibili ai cittadini ed ai turisti, la bonifica dei terreni adiacenti alle mura messapiche, come promesso dal sindaco alla dottoressa Daniela Tansella, inviata a Castro, dopo il ritrovamento dell’antica anfora, dalla Soprintendenza archeologica di Lecce”. Intanto, per cominciare, sarebbe opportuno tenere pulite le antiche mura dalle erbacce.
Emanule Ciullo (da Il Belpaese)
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