Alla ricerca delle origini
Riprendono in località Capanne gli scavi archeologici. Si sono trovate risorse per un mese circa di scavi spezzettati in più settimane per dare modo al Prof. Francesco D’Andria di essere presente visti i suoi tradizionali impegni estivi all’estero. L’area di scavo è la parte sud-est dell’Acropoli di Castro che un tempo chiamavamo Chiavica per tante note ragioni, ma da un po di tempo ha preso il nome di Capanne in ricordo delle vecchie capanne ottocentesche che vi erano costruite sopra. Si cercano le origini dei primi insediamenti urbanisticamente strutturati di Castro. Mentre sono noti gli insediamenti preistorici dell’età del Bronzo (dal 3.500 al 1.200 a.C. ) per il rinvenimento di alcune asce votive nella Grotta Zinzulusa e poi in località Palombara con la scoperta di resti di capanne e vasellame, meno chiara è sempre stata l’origine di Castro dalla fine dell’età del Bronzo alla dominazione romana. Fino al 2001 erano state rinvenute sporadiche presenze di murature ellenistiche (messapiche), ma dal 2001, dopo l’occasionale scoperta di un tratto di mura occultate, ma completamente fuori terra, le campagne di scavo condotte sotto la direzione dell’Università di Lecce hanno retrodatato l’origine dell’acropoli dapprima al VI secolo a.C. e poi ancora al IX secolo a.C. in periodi della storia che rendono ancora più credibile la vecchia legenda che vuole Castro fondata dal re cretese Idomeneo. Gli ultimi scavi, infatti, hanno portato alla luce vasellame di epoca japigia la cui presenza porta a spingere di molto indietro la fondazione della città, se non a confermare una vera e propria continuità abitativa fin dall’età del Bronzo.
Gli scavi sono visitabili senza grossi problemi anche dall’esterno della recinzione senza arrecare alcun disturbo. Il responsabile di campo è il Dott. Amedeo Galati, buon comunicatore e abbastanza paziente.
A chi è stato tanto pigro finora da non aver mai visitato i resti delle fortificazioni mesapiche più alte conservate in tutta la Puglia consiglio la visione del video che rende una buona idea dello stato dei luoghi, un vero e proprio concentrato di storia che parte dalle mura medievali aragonesi, ai resti del tempio a Minerva di epoca repubblicana, le vecchie fortificazioni del periodo ellenistico e il tuffo negli anni sconosciuti in cui si sono immersi da oggi i nostri archeologi.
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