La storia raccontata dalle pietre

Stemmi, cartigli, targhe, iscrizioni

Quando la memoria e le carte volano via, solo le pietre continuano a parlare.
Dalla Romanelli ad oggi, una raccolta di epigrafi nel territorio di Castro.

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CATTEDRALE
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Iscrizione 1171 (?)

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In carateri latini – Ormai completamente illegibile, consunta dal tempo, è infissa sulla parete esterna del transetto di sinistra probabilmente dalla sua data.
Tutti gli autori hanno concordato nella lettura della data al 1171. Tuttavia la presenza dei due puntini doppiatori sulla lettera C e sulla lettera I, fanno pensare all’anno 1272.

Si riporta la trascrizione del De Giorgi

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e quella con le integrazioni proposte da P. Modoni

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Stemma di Alessandro Gattinara Lignana
figlio di Mercurino e Vittoria Acquaviva d’Aragona
sposo di Vittoria Caracciolo

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In origine posto all’altare della Cappella della Pietà (la cappella al transetto di sinistra) rifatta dai Gattinara nel 1591. Nel rifacimento si rinvennero due iscrizioni del 1383 da riferirsi al vescovo Donadeo (una murata all’esterno sulla porta secondaria) ed una rilevata con un disegno dal Bacile. Nel corso dei lavori ottocenteschi dal medesimo altare è stata recuperata una terza iscrizione molto breve, anch’essa in mani del Bacile. Attualmente è infissa nella stanza dell’accesso laterale di Piazza Vittoria, in posizione molto arrangiata per il suo nobile passato.

I inquartata: 1) di Gattinara – di azzurro a due stinchi, a croce di S. Andrea, accantonati da quattro gigli, tutto d’argento; 2) di Lignana; 3) di Aragona; 4) di Acquaviva;
II inquartata: dei Caraccioli rossi;
su entrambe il capo dell’impero.

Una foto degli anni ’70 in bianco nero in cui si notano resti delle coloriture

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Lo stemma non doveva essere molto diverso da quelli apposti all’ingresso della città, alla Porta Terra. Il Bacile (forse ultimo ad averli notati prima del crollo della Porta) li descrive coi stemmi dei Gattinara e dei Colonna nei suoi Scritti Varii:

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Stemma episcopale ed incartocciato dei Borghese

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apposta sulla porta laterale dell’ex cattedrale fatta aprire dal vescovo senese Camillo Borghese nel 1594 e di cui reca lo stemma
di azzurro, al drago di oro, col capo dello stesso all’aquila spiegata di nero coronata del campo

vi è scritto sotto:
BORGHESIUS, PATRITIUS SENENSIS … A.D. 15….
Il Perotti trascrive: Camillus Burghesius patritius senensis Castrem episcopus A.D. 1594

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Lapide del vescovo Donadeo

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probabilmente rinvenuta nella costruzione dell’altare dei Gattinara (1591) e murata fuori della cattedrale giacchè altre due iscrizioni intestate al vescovo Donadeo furono rinvenute nello stesso luogo dal Bacile nel corso di lavori nel 1800;

Testo AN(N)O D(OMI)NI MILL(ESIM)O / CCCLXXXIII EP(ISCOPU)S / DONADEUS FIEI/FECIT HA(N)C CAPP(E)LL/A(M) PECU(N)IA REDIT/UU(M) BONORU(M) Q(U)O(N)DA(M) / PARE(N)TU(M) EIUS DO/TATAM BO/NORU(M) P(RE)D(I)CTORU(M) – L’anno del Signore 1383, il vescovo Donadeo ha fatto fare questa cappella con l’argento derivante dai beni dei suoi parenti defunti, dotandola dei beni sopra menzionati

Una foto più vecchia con qualche particolare più conservato:

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la seconda iscrizione (B),
riportata dal Bacile e pubblicata dal Perotti, nei suoi scritti:

ep(iscopus) donadeus

dovrebbe essere stata conservata dal Bacile
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Epigrafe trecentesca del vescovo Donadeo
(da un disegno di Filippo Bacile)

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Nei suoi scritti il Bacile la descrive così:

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In pratica il testo ricorda che il vescovo Donadeo rifece il campanile.

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Elogio epigrafico di Antonio Gattinara Lignana
figlio di Alessandro e di Vittoria Caracciolo, Conte di Castro (1590-1594), collocato dalla vedova Porzia Colonna

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riporto una trascrizione leggibile:

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Targa a testa di Cavallo dei Del Balzo

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di rosso, alla stella a sedici punte d’argento

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già posizionata sull’architrave di una porta delle stanze dirute e superiori del castello, la targa a testa di cavallo, non inquartata, con la stella d’Orange (a 16 punte d’argento). Secondo il Bacile la corona superiore era già distrutta e dovrebbe risalire a strutture realizzate prima della revoca del feudo ai Principi Del Balzo

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Stemma del vescovo V. A. Grande (1850)