2 Luglio 2008 in Architettura, Blog, Storia

La cisterna della Cattedrale

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Da Il Blog di Piazza Perotti – Storia

Approfitto delle fasi terminali dei lavori di pavimentazione del Centro Storico per vedere la prima volta la cisterna che corre sotto la Cattedrale.
Un piccolo schema dello sviluppo apparente della cavità posta sotto la Cattedrale e l’episcopio di Castro raccolto in una breve ispezione del 2 luglio 2008 in occasione dell’apertura della scala di accesso posta su Piazza Vittoria.

Da Il Blog di Piazza Perotti – Storia

Il livello dell’acqua piovana contenuta non permette l’esame completo del fondo e delle pareti immerse. Tuttavia, più che una cisterna la struttura appare come un lungo percorso a tunnel in direzione nord-sud che corre sotto la struttura di culto.
Si ravvisano due o più fasi:
1) un percorso scavato al disotto del piano roccioso del promontorio dell’acropoli. Probabilmente tutto in roccia viva, forse in origine a cielo scoperto (vascone o camminamento ribassato per difesa). La larghezza in sommità (circa 1,50 ml sotto il piano di pavimento della Cattedrale) è non superiore a 1,20 ml. Le pareti ricavate nella roccia viva appiano volutamente rettificate per garantire uno spessore costante su tutto il tratto.

Da Il Blog di Piazza Perotti – Storia

2) una copertura in lastroni (blocchi) monolitici di calcarenite delle dimensioni caratteristiche delle murature di difesa ellenistiche. Molti di essi appaioni fratturati. Al di sotto dei lastroni di copertura appaiono delle travi in pietra leccese a distanza intervallata, probabilmente usate per portare un’architrave lignea di cantiere per la posa dei grossi conci superiori. Potrebbero anche essere l’appoggio per una trave lignea a supporto di una copertura originaria più leggera (tegole)

Da Il Blog di Piazza Perotti – Storia

3) una ripresa sul tratto di Piazza Vittoria della struttura con un tratto di circa cinque metri con copertura in pietra voltata (medievale) con una successiva tratto di scalinata a cielo aperto in direzione est, poi abbandonata in favore di una nuova rampa in direzione ovest. La rampa in direzione ovest a sua volta è stata rinterrata in occasione dei lavori di restauro della cripta basiliana (nel rinterro è stato ricavato il canale di scolo delle acque piovane del pavimento – sottoposto – della Cripta).

Da Il Blog di Piazza Perotti – Storia

Attualmente l’accesso è garantito da un portellone posto sul tratto della rampa che appare più antica.
Tutto il percorso apparente (resta una parte del percorso-cisterna pieno di acqua) è gradonato. Tuttavia il tratto rettilineo presenta segni di consunzione dei gradini superiore e non confrontabili con quello dei tratti di uscita. Probabile che esista un tratto gradonato di uscita più antico al di sotto del rimaneggiamento medievale.
Lo sviluppo della cisterna ( o meglio del percorso) non tiene in alcun modo conto dell’architettura e della statica della chiesa e dell’episcopio superiore, apparendo sicuramente precedente nella costruzione. Ne tantomeno il costrutture dell’edificio superiore ha inteso apportare irrobustimenti o accorgimento alla volta inferiore stessa.
La ricercata forma stretta, profonda e allungata non richiama spazi di deposito di acqua (sarebbe stato più proficua una cavità allargata secondo i piani di rottura della roccia, ne tantomeno luoghi di culto trattandosi in sostanza di un modesto corridoio che permette l’incrocio di due sole persone. La copertura a lastroni, se trattasi di cisternale ricavato in un accidentale e fortunoso canale di terra di forma allungata, richiamerebbe piuttosto la tipologia del Cisternale di Vitigliano o, ipotesi ancora più azzardata, un tunnel di accesso in prosecuzione della porta della Chiavica posta a pochi metri dal fondo terminale sud della cavità. In questo caso resta spiegata la funzione difensiva dal camminamento e il raccordo dei differenti piani dell’ingresso della porta e della pianoro dell’acropoli.
Ci si sta organizzando per uno svuotamento completo della acqua depositata e un esame diretto delle pareti, anche in profondità, e del fondo terminale di chiusura.




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