10 Dicembre 2009 in Blog, Territorio

Il giorno che si riempì il Mediterraneo

Post placeholder image

Le tracce che il Mediterraneo si svuotò intorno ai 5,6 milioni di anni fa sono abbastante chiare  Di questo continuo e imponente svuotamento conserviamo, per esempio,  la piccola fauna “fossile” che ora abita nel nostro sottosuolo. Proprio per questo la Grotta della Zinzulusa, e tutto il sistema delle grotte costiere salentine, sono ritenutie estremamente importanti dal mondo scientifico.

Strozzato il canale di Gibilterra da un movimento tettonico, inizia l’evaporazione progressiva del Mediterraneo. Senza l’afflusso di acque oceaniche, l’effetto più immediato fu la riduzione e la progressiva concentrazione di sale (crisi di salinità) delle acque. Evaporando e riducendosi, le acque divennero sempre più salate fino a che quasi tutte le specie marine furono estinte. Si salvarono solo alcune specie di piccoli animaletti, che alla ricerca di acque comunque dolci, si  adattarono a vivere nelle cavità carsiche della costa dove gli afflussi di acque piovane riuscivano a moderare la salinità delle acque esterne. Gli scienziati chiamano questi habitat col termine di ambiente anchialino e proprio tutta la costa carsica salentina, tra cui quella di Castro, è popolata da questi animaletti che risultano essere, facendo i conti, tra i più antichi abitanti della terra.

Si adattarono a vivere nel buio e a tanti altri sacrifici,  ma alla fine la scappottarono. Alcuni anni fa il TG3 Regionale diede notizie che durante la perforazione di un pozzo nella città di Bari si rinvennero, con sorpresa, alcune specie di questi piccoli animaletti fossili.

mediterraneo

Così si svuotò il mediterraneo e rimase asciutto per i successivi 300.000 anni. Una enorme conca profonda nel suo punto più depresso di almeno 1.500 metri. Lo sbarramento e poi lo sfondamento probabilmente furono causati da un movimento tettonico tra due zolle principale. Finora si è ritenuto che il riempimento successivo si sia concluso in non meno di  10.000 anni.

Invece pare che il riempimento avvenne solo in due anni, non più. Anzi in periodo da un mese a due anni. Quando l’Atlantico sfondò la gola dello Stretto di Gibilterra l’innalzamento del livello del Mediterraneo arrivò a essere anche di 10 metri al giorno. La ricerca svolta da un Gruppo di Ricerca ufficiale spagnolo (CSIC) è stata pubblicata da una nota rivista scientifica  a pagamento. Molti dati sono stati rilevati durante i lavori di indagine sullo Stretto di Gibilterra per lo studio di costruzione di un tunnel tra Europa e Africa.

Lo studio delle erosioni e dei sedimenti riscontrati lungo il possibile tracciato si possono giustificare solo con un imponente riversamento di acque. I ricercatori hanno simulato una modellazione “idraulica” sulla base delle tracce di un canale di erosione e scorrimento lungo la tracimazione lungo non meno di 200 km e con volumi di trascinamento compatibili solo con una vera e propria valanga d’acqua.

Se volete risparmiare, ma vi arrangiate con lo spagnolo questo è il comunicato stampa con il sunto della notizia.

Facendo un po di conti se il riempimento si fosse concluso una settimana dopo, a quest’ora Ortelle e Andrano erano sul mare. Poggiardo sarebbe una tana di cernie e io scriverei da chissà quale posto.

E’ andata di lusso.




Lascia un commento

Tecniche e tradizioni locali del Salento. Dalle tecniche edilizie alle pratiche quotidiane. Un po di contributi tra tecnica pura e semplice tradizione orale.

La pagina sul telaio salentino.

Lo schema e gli elementi del telaio per tessere a licci e pettine della tradizione italiana. Dalla fase dell'orditura, il montaggio dell'ordito e dei componenti. I meccanismi di comando per la tessutura artigianale. Una raccolta di termini dialettali dei suoi componenti. L'articolo qui.

I tufi di Puglia

Un saggio sulle pietre di Puglia, sull'uso in edilizia della Pietra Leccese, le tecniche di restauro e conservazione.

I ricordi di un adolescente sul Largo di San Vito ad Ortelle, luogo di libertà ed anarchia. Un lungo flashback sulla vita di una comunità e di un luogo molto particolare. Racconti di taglio autobiografico per descrivere usi e costumi, vizi e virtù di una piccola comunità negli anni settanta al sole di uno spazio antico e misterioso. Dalla descrizione dei luoghi alle tante libertà che su questi spazi la comunità ortellese ha svolto in tanti secoli. Fu cava, discarica, giardini, campo da gioco, culto, cimitero, fiere, feste, gioco, tutto insieme e in solo posto. Il mondo visto da qui in compagnia dei coetanei tra la fine dell'era arcaica e i tempi moderni. La fine del mondo agricolo e dei giochi poveri. I segni del boom demografico degli anni sessanta. Un paese sano e vitale pieno di ingenue speranze. Qui la prefazione

Una raccolta di tanti piccoli documenti di interesse storico locale. Saggi raccolti da scritti editi ed inediti e da riviste del passato, commentati e integrati in articoli più organici per una facile lettura.

Tra questi la Storia delle Confraternite in Ortelle da un saggio di F. G. Cerfeda. documenti originali dall'Archivio diocesano. E ancora sul tema, la cappa dei Confratelli. Storia delle Confraternite, delle regole e l'evoluzione delle associazioni laiche. Un articolo sulla veste delle varie confraternite.

Nella sezione Biblioteca sono recensite le più importanti fonti bibliografiche di interesse. I testi più antichi o di dificile reperimento sono disponibili al download in formato .pdf

Pagine speciali sono dedicate al Castello di Castro, con informazioni e disegni originali ripresi dai lavori di restauro. Un'ampia documentazione sulle vicende delle ricerce archelogiche svolte nel territorio di Castro è disponibile con l'ausilio di grafici e video documentali.

By browsing this website, you agree to our privacy policy.
I Agree