Presepi
C’è un feeling naturale tra Castro e i presepi.
Dai primi pupazzi di Maestro Antonuccio Lazzari all’originale presepe vivente in stile medioevale del Natale in Contea non c’è stato anno che non si siano allestiti nel paese una mezza decina di presepi pubblici alla volta. Nelle grotte, al porto, nel castello semiabbandonato, tante le rappresentazioni della nascita di Gesù Bambino fino all’allestimento in forma stabile dei fratelli De Santis in via Dei Mille sul tema degli antichi mestieri.
Anche quest’anno ci sarà la solita sfida organizzata dal Comune per stimolare gli addobbi delle vie cittadine e il concorso per il più bel presepe in casa buono per sostenere e conservare una classica tradizione italiana.
Dopo un rapido sguardo sulle pagine degli amici di Facebook e alcune confidenze al bar quest’anno pare che già da novembre in molti si siano messi all’opera con rinnovato impegno e tanta pazienza.
Tra questi Pasquale. Lui lavora di preferenza il polistirolo, preferisce le scenografie con edifici ed architetture piuttosto che i classici scenari naturalistici, strutture su cui riversa tutto il dettaglio che un bel presepio richiede, usa pochi pupazzi e compatta tutto in allestimenti quasi monoblocco.
Quest’articolo è per quanti si apprestano a tirare fuori il vecchio ripiano di legno per il Natale 2011 e non vogliono ripetere i soliti monti con la carta stropicciata e i prati con la stoffa o il feltro artificiale, e viene, giusto giusto, curiosare tra tecniche di un esperto che si è affinato in un ben preciso stile personale.
Quest’anno è già a buon punto. Ideata una severa scenografia di architettura italiana del seicento con i dovuti richiami all’edilizia mediorientale, si è già messo all’opera usando esclusivamente fogli di polistirolo e poche altre cose.
Pasquale lavora il polistirolo con la lama partendo prevalentemente da fogli sufficientemente sottili. Non usa lame calde per scavare e rifilare, ma solo l’incisione e il taglio con la lama. Incolla il tutto con la colla vinilica.
Gli intonaci e le finiture delle facciate saranno poi riprodotte con vari accorgimenti.
A volte Pasquale applica uno stucco per fingere intonaci grezzi e raffazzonati, oppure esegue una lavorazione a puntillo battendo frontalmente il polistirolo con una spazzola di ferro. A volte opera pure una passata di phon caldo fino a indurire lo strato esterno del foglio e per ammorbidire la rugosità dei primi trattamenti.
Al polistirolo ancora bianco, poi applicherà un fondo formato da colla vinilica con polvere di stucco per ridurne il ritiro a cui aggiunge un tanto di colore con i semplici coloranti usati nelle imbiancature a calce dei prospetti delle case.
Al fondo uniforme, seguirà la pittura con i particolari del dettaglio o dello sfumato, come potete vedere nel caso di alcuni lavori degli anni passati.
Se ci sarà tempo e modo seguiremo anche le fasi della coloritura e dei dettagli finali ancora in progress.
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