Per grazia ricevuta, anno del Signore 1576
ORTELLE: La testimonianza di un miracolo in un Bollario arcivescovile del Cinquecento
di Filippo Giacomo CERFEDA
da l’Eco del Santuario – Anno XII – n.5 – 2009
Santuario Madonna del Rosario di Pompei di Castromarina (LE)
In un prezioso documento del XVI secolo la testimonianza di un miracolo di guarigione fisica di un ragazzo di Ortelle per intercessione della Madonna di Otranto la cui immagine è conservata nella basilica cattedrale di Otranto.
Il secondo Registro dei Bollari (1568-1581) (*), custodito nell’Archivio Storico Diocesano di Otranto, riporta i contenuti di un atto notarile del 13 febbraio 1576 relativi alla donazione irrevocabile tra vivi di un appezzamento di terra di circa due tomoli a vantaggio della Curia arcivescovile di Otranto. Il legato scaturisce dalla volontà di Domenico Fanciullo dopo l’avvenuta guarigione del figlio Ascanio, attribuita all’intervento prodigioso della Madonna conservata nella cattedrale di Otranto. Alla presenza di due notai e di altri due testimoni, nella Curia metropolitana, avviene la donazione irrevocabile tra vivi, con il trasferimento dei dirritti e delle relative servitù legate all’immobile. Per consegnare ai lettori la portata dell’evento e gli effetti di questo ex voto, vogliamo trascrivere integralmente l’atto di donazione:
Die XIII mensis februarij 1576. In Archiepiscopali palatio Hydruntino Comparvit in M[etropolitana] A[udientia] Hydruntina Comparvit Dominicus fanciolus de casale Ortellarum et dicitur in suo vulgari eloquio qualmente stando infermo Ascanio Fanciullo suo figlio legittimo e naturale nel mese di Augusto per esser passato in fin de morte abandonato di medici esso Dominico se rivolse nella divotione di la Madonna Benedetta di questa Metropolitana chiesa pregandola che gli facesse gratia fargli sanare detto suo figlio et liberarlo da detta infermità promettendo per detto voto donare a detta ecclesia metropolitana uno pezzo di terra de capacità in semine de tomoli due in circa sita nel feudo d’Ortelle confina con Vito Bolognino dal levante appresso li beni del Cola de la nuzza iuxta li beni che se diceno de monte mascilo in loco ditto Marsicce. Et perochè esso comparente per grazia d’Iddio et di detta Madonna ottenne la detta grazia et fu libero et sano detto figlio. Pertanto volendo detta donatione adimplirla et reducere quella ad effetto per questo oggi [primo] di spontaneamente dona et ùer titulo di vera donatione inrevocabiliter inter vivos dà et assegna a detta ecclesia metropolitana lo sudetto pezzo di terra ut supra sito et posto cum omnibus juribus et nil sibi ibi[…] reser[vatione] cum solita servitute et [ita] extatur quo bona ut supra donata cum juribus et transeant. Et quo dicta donatio non possit revocari et tocies de novo dixat quoties tentaverit revocare [……….] ratus ecc. Inde [……….] omnia ad penas [………] et juribus ut supra.
Presentibus per testibus
N[otarius]Jaco Dionisio
N[otarius] Galeno Papadia Antonio
Sabritino de Castrignano
Marsilio Olivierio de Corigliano
dato per Filippo Tronci […../
Cesare Tronci eius fìlio
In solitum
La guarigione del piccolo Ascanio Fanciullo, che, “passato in fin de morte” e “abandonato di medici” dal mese di agosto dell’anno precedente (1575), induce il padre Domenico a mantenere fede al voto fatto alla Madonna per la grazia ricevuta. Il “pezzo di terra”, seminatoria, di circa due tomoli, si trovava nel feudo di Ortelle, in località “Marsicce” e viene spontaneamente donato alla Chiesa metropolitana di Otranto. L’arcivescovo mons. Pietro Antonio de Capua non fa altro che registrare nel suo Bollario i contenuti dell’atto notarile alla presenza dei notai Giacomo Dionisio e Galeno Papadia e di altri due testimoni.
(*) Archivio Diocesano Otranto, fondo Curia arcivescovile, serie Bollari e Registri di sacre ordinazioni, vol. 2°, folii non numerati, atto del 13 febbraio 1576. Privo di frontespizio, il corposo volume cartaceo inizia con l’anno 1569. Contiene i documenti di donazione per benefici, dichiarazioni, donazioni, obbligazioni, ecc… fino al 1577. Seguono i documenti del 1568 e del 1569. Inoltre sono inseriti numerosi documenti di mons. Pedro De Coderos, riguardanti sentenze e concessione di feudi di benefici e bolle di arcidiaconato.
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