11 Novembre 2012 in Blog, Territorio

Suor Angela, al secolo Concetta Casciaro

Concetta Casciaro nasce a Vignacastrisi di Ortelle il 16.1.1923, figlia di Giorgio e Angela Paiano. Nel 1932 resta orfana di entrambi i genitori ma già da qualche tempo è ospitata nell’Orfanotrofio femminile Gabriele Ciullo di Castro. Anche le suore e le orfanelle hanno diritto ad uno stato di famiglia e l’anagrafe del Comune di Diso all’uopo provvede. Lo stato è istituito in data 1.2.1931 e riporta tre suore, la 58enne madre superiora Palma Lovino di Ruvo di Puglia, Maria Consiglio di Gallipoli e Lucia Lazzari di Cutrofiano. Le ragazze ospitate nell’Ospizio delle Orfanelle di  via Santuario di Castromarina sono dodici a cui si aggiunge arrivata probabilmente dopo il 1931 una tredicesima ragazza. Vengono da Vernole, Collepasso, Botrugno, Parabita, Supersano, Taranto, Alezio, Foggia, Cutrofiano, Vignacastrisi e Otranto.

Nel 1931, sono già ventotto anni che l’Istituto Ciullo, sorto accanto al santuario di Castromarina,  è stato donato alle Suore Salesiane dei Sacri Cuori, ordine  fondato da Filippo Smaldone e l’attività dell’istituto la immaginiamo molto attiva e strettamente legata alla congregazione fondata dallo Smaldone che muovendosi tra la Campania e la Puglia prima della sua morte avvenuta nel 1923 ha creato una organizzazione di case di accoglienza dedicate in modo particolare ai ragazzi sordomuti. Attività che si è sviluppata in modo particolare nel Salento e che gli è stata gratificata dalla beatificazione nel 1996 da parte di papa Giovanni Paolo II e da una statua in marmo nel Duomo di Lecce. Molti, però, saranno i meriti di chi continuò la sua azione rendendo ancora più evidente l’intuizione e la generosità del suo fondatore. L’ordine delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori arrivò a diventare un gruppo di quasi 400 suore specializzate nell’insegnamento ai giovani portatori di handicap, in modi particolare, dicevamo,  ai sordomuti.

Concetta Casciaro, prende i voti a 16 anni nel 1939 dopo aver passato presumibilmente gli anni di giovane orfanella nel nostro Istituto. In ricordo della madre prende il nome di Angela e quaranti anni dopo la sua consacrazione diventa l’ottava madre generale dell’ordine delle Suore Salesiane.

Questo non le impedisce di essere missionaria in Ruanda e in Brasile. Il suo funerale, il 24 luglio del 2000, resta l’evento più importante nella storia della piccola comunità vignacastrense.

Spiace vedere la sede di quell’Istituto addormentata, sospesa tra la scomparsa attività di tante suore e un futuro ignoto che per svilupparsi non ha bisogno della sola passione e generosità  ma anche di tanto denaro. Erano i conventi, gli ospizi e gli orfanatrofi dei luoghi di concorrenza di bisogni, amore, solidarietà e necessità. Un modo per difendersi dagli sgambetti della vita quando ancora non c’era l’assistente sociale e i bisogni primari molto semplici.

L’istituto Ciullo nasce come Ospizio delle Orfanelle e nello Stato delle Anime del 1894 sono riportate tutte le persone ospitate. Forse è una annotazione più tardiva in quanto proprio in quell’anno si avviava la costruzione dell’edificio.

Margherita Prati, suor Albina è la madre superiora, e con altre sei suore dell’ordine salesiano curano una comunità di 19 orfanelle provanienti da tutto il Salento. Dalle date di nascita delle ragazze siamo probabilmente ai primi anni del 900, forse quel 1903 in cui Don Gabriele Ciulo, dopo averne sostenuto lo sforzo costruttivo arrivando a chiedere l’elemosina nei paesi del leccese, lo consegnò all’attivita dei salesiani. Alcune aggiunte sono successive alla visita pastorale del vescovo di Otranto del 1905.

L’arrivo e la partenza delle ragazze devono essere abbastanza rapide in quegli anni, tant’è che si richiede nelle pagine successive del registro parrocchiale una nuova lista più ordinata e pulita.

Sono diciasette ragazze, nessuna di Castro, forse un segno che il vecchio parroco si premurò di ospitare le sfortunate paesane nelle stesse famiglie di Castro, oppure che queste ragazze  erano veramente la selezione delle più sfortunate ragazze di tutto il leccese o forse affette da particolari patologie in cui le suore salesiane erano diventate ormai vere e proprie specialiste.




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